La storia della libertà d’informazione potrebbe cambiare per sempre

Dopo 2.000 anni non è cambiato niente: la vita resta il prezzo da pagare per chi si trova dalla parte della Verità.

Oggi e domani si decidono le sorti di Julian Assange, giornalista attualmente recluso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, a Londra.

Questo evento potrebbe cambiare per sempre la storia della libertà d'informazione.

L’Alta Corte di Londra è infatti chiamata a stabilire se il fondatore di WikiLeaks potrà continuare a discutere il suo caso davanti ai tribunali inglesi o se, al contrario, ha esaurito i ricorsi a sua disposizione, con conseguente estradizione a Washington.

Se ciò dovesse accadere - lancia l'allarme la moglie, Stella Assange - Julian non sopravviverà.

Di Julian Assange avevo già parlato il 12 luglio in occasione dei 16 anni dall'attacco aereo americano contro i civili di Baghdad; attacco di cui ovviamente non sapevamo nulla fino alla pubblicazione del video online.

Fu proprio Assange a mostrarcelo.

Ed è per questo che rischia 175 anni di carcere negli Stati Uniti: per aver pubblicato, insieme a quel video, migliaia di file riservati del governo statunitense svelandone i crimini di guerra in Iraq, Afghanistan, Cuba e Guantanamo.

Dopo duemila anni, non è cambiato niente. La vita è ancora il prezzo da pagare per chi decide di diffondere la verità.