Come ti destrutturo l'umano
Si parte dalla cellula in cui esso si costituisce: la famiglia
La Corte d’Appello di Roma ha annullato il decreto del Ministero dell’Interno del 2019 che imponeva la dicitura “padre e madre” al posto di “genitori” sulle carte d’identità elettroniche rilasciate a persone minorenni.
In quei giorni infatti una coppia di mamme presentò un ricorso al Tar del Lazio e al Tribunale di Roma per chiedere «l’emissione di un documento d’identità che rispecchi la reale composizione della loro famiglia».
La recente sentenza della corte di Roma di fatto abilita la dicitura “genitore 1” e “genitore 2″; tuttavia in questo modo il diritto, al contrario di quanto affermato proprio dalla Corte D’ Appello, non si limita semplicemente a regolare la realtà ma contribuisce a plasmarla ideologicamente.
Il decreto ministeriale del 2019 infatti cercava proprio di porre un argine alla deriva antropologica che sta portando, in nome di certi diritti, a destrutturare l’umano, a partire dalla cellula in cui si costituisce: la famiglia.
Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale, ha ricordato più volte che «L’impostazione del nostro sistema, orientata all’elemento naturale, prevede per l’atto di nascita un padre e una madre, non altre possibilità»; d'altronde padre e madre non sono imposizioni culturali né «concetti antropologici» ma pilastri fondamentali per la nascita e la crescita di ogni bambino.