La storia di Internet
Da aperto e accessibile a marionetta del capitalismo tecnologico: decisamente, è andato storto qualcosa
1858
16 Agosto, viene inviato il primo messaggio via cavo: parte da Valentia Island, in Irlanda, e arriva in circa un'ora e mezza in America. È la regina Vittoria a scrivere al presidente americano James Buchanan il seguente messaggio:
"Gloria a Dio nell’alto dei cieli, e sulla terra pace e buona sorte a tutti gli uomini".
Dopo circa tre settimane un ingegnere, impostando un voltaggio troppo elevato, danneggia irreparabilmente il cavo.
1866
27 Luglio, si riescono a collegare nuovamente Europa ed America, questa volta senza successivi intoppi. Da questo momento il mondo è interconnesso: in conseguenza di ciò nascono i Fusi Orari.
Mappa mondiale dei Fusi Orari. Inizialmente pubblicata nel 1928. La scansione qui riprodotta è presente nel libro Admiralty Navigation Manual Vol 1 (1938)
1960
Guerra Fredda, USA vs URSS. La DARPA vuole creare una rete di comunicazione decentralizzata e resiliente per l'esercito: nasce ARPAnet.
1969
29 Ottobre, primo utilizzo della medesima rete in ambito extra-militare. Siamo all'Università, e uno studente dell'UCLA riesce a far comunicare per la prima volta due computer inviando le lettere "L" e "O" - le iniziali della parola "login" - da uno all'altro.
Cresce il numero di università connesse tra loro:
- nel 1970: 13
- nel 1974: 46
- nel 1981: 213
1974
Durante un intervento alla Rockefeller Foundation, l'artista Nam June Paik immagina quello che sarà poi il primo Internet: parla di "una rete di comunicazione a banda larga per collegare i cittadini tra loro e usata per avvicinare le culture affrontando i problemi sociali più urgenti". Come esempio cita la segregazione razziale e l'inquinamento dell'epoca.
1989
Tim Berners-Lee, ricercatore del CERN di Ginevra, immagina un database (server) condiviso per le ricerche dei vari istituti, una rete interconnessa che si estende come una ragnatela: nasce il World Wide Web (www).
L'idea: utilizzare un programma (browser) che attraverso un protocollo (HTTP) permette di far comunicare il client con il server digitando una semplice stringa di testo (URL).
1991
Nasce il primo sito web (attivo ancora oggi): https://info.cern.ch/hypertext/WWW/TheProject.html.
La promessa: realizzare "un sistema informativo globale semplice ma potente in cui le informazioni dovrebbero essere liberamente accessibili a chiunque".
Seguono i primi siti privati (principalmente musei), arrivano i primi motori di ricerca (Archie, Veronica, JumpStation, Jughead) e vanno online i primi giornali (Bloomberg e The Telegraph).
Spuntano i primi ISP privati. Un esempio: TheWorld, che per 20 dollari al mese offre:
- qualche ora di connessione
- una casella email con 100 MB di spazio
- una pagina web personale
Tra il 1999 e il 2004 il costo della larghezza di banda scende oltre il 90%.
1992
Va online la prima foto: è l'immagine delle Les Horribles Cernettes, una band pop formata da scienziate del CERN. Celebre il loro singolo "Surfing on the Web".
La condivisione di immagini dà il via a un altro grande progetto, quello di realizzare una struttura open-source per dar vita a uno spazio creativo illimitato e accessibile a tutti.
1993
Al Gore intervistato dalla CNN etichetta Internet come "un'autostrada dell'informazione".
Arriva il primo browser rivoluzionario: Mosaic, capace di incorporare le immagini all'interno delle pagine web (prima di allora venivano mostrate sotto forma di link e si potevano visualizzare solo in una finestra a parte cliccandoci sopra).
Internet, tecnologia fino ad allora disponibile soltanto ad agenzie governative, militari e università, giunge nelle mani di aziende e privati.
I naviganti sono:
- nel 1995: 15 milioni
- nel 1996: 36 milioni
- nel 1997: 70 milioni
- nel 1998: 150 milioni
- nel 1999: 250 milioni
1994
L'azienda fondatrice di Mosaic evolve in Netscape Communications.
13 Ottobre, lancia Netscape Navigator, browser rivoluzionario e gratuito per tutti. Nome in codice Mosaic Killer (Mozilla diventerà poi).
Rispetto al predecessore:
- è più veloce: anziché impiegare fino a 2-3 minuti per caricare una pagina web, adotta un approccio modulare che gli consente di caricare subito i testi e poi, lentamente, il resto delle immagini e dei contenuti. Così gli utenti possono cominciare a fruire subito del servizio;
- supporta il Javascript;
- vengono inventati i Cookie per il tracciamento degli utenti.
In pochi mesi il 75% degli utenti di tutto il mondo usano Netscape Navigator.
Si diffonde l'idea di Cyberspazio inteso come "una realtà parallela in cui circolano tolleranza e inclusione, dove c'è una equa allocazione delle risorse e governata da una gerarchia organizzativa piatta". Si immaginano poi "politiche cooperative contraddistinte da un'etica libertaria al limite dell'anarchia". Soprattutto, la responsabilità è di tipo YOYOW (You Own Your Own Words, ovvero Sei responsabile di quel che dici) e non è contemplata "l'ingerenza di nessuno, neppure da governi, aziende e istituzioni". Un'utopia, perché c'è un problema: servono soldi per crescere, e crescere è inevitabile per poter accogliere tutti (servono sempre più cavi, server e datacenter: d'altronde Internet è fisico, anche se non lo vediamo).
24 Ottobre, appare il primo banner pubblicitario su PathFinder, ad opera di Time Warner. (ADV, Advertising, da "advertere", ovvero "deviare")
27 Ottobre, Wired pubblica il suo primo sito, HotWired.com, disseminato di pubblicità acquistate da 14 aziende. A colpire però è quello creato da AT&T, un sottile rettangolo nero di 468 x 60 pixel, con su scritto "Have you ever clicked your mouse right HERE? YOU WILL (Hai mai cliccato col tuo mouse proprio QUI? LO FARAI)".
Lo cliccheranno il 44% dei visitatori, trovandosi di fronte a una nuova pagina con tre link:
- il primo elenca i siti dei musei;
- sul secondo sono elencati invece i siti affiliati;
- il terzo è un sondaggio per misurare il gradimento delle persone riguardo questo banner.
Una celebre casa automobilistica contatta l'ISP Tripod arrabbiata e preoccupata allo stesso tempo perché una delle sue pubblicità compare in un contesto fuori tema (nello specifico, in una pagina in cui si glorificava il sesso anale). La soluzione arriva da uno sviluppatore di Tripod, l'allora ventunenne Ethan Zuckerman, che propone di aprire le pubblicità in una nuova pagina a sé stante. Nasce il primo pop-up della storia, di cui poi si pentirà chiedendo pubblicamente scusa nel 2014 spiegando come l'idea, nonostante le buone intenzioni iniziali, sia poi sfuggita di mano al mondo.
All'epoca i banner venivano pagati come le tradizionali pubblicità inserite nei giornali, arrivando a costare fino a 10.000 dollari a settimana. Si capì subito che il business era completamente da rifare, e l'anno successivo venne ideato il CPM, ovvero un prezzo da pagare per ogni mille click (impression).
1995
In rete sono stati registrati 120.000 domini, di cui il 97% da privati.
Bill Gates annusa l'affare: invia un memo ai dipendenti Microsoft dal titolo "The Internet Tidal Wave" descrivendo Internet come: - l'evoluzione più importante dal primo PC della IBM (1980); - un'importante opportunità di mercato.
Parla anche di Netscape come un avversario temibile: in pochi mesi arriva Internet Explorer.
Nel 1998 il bacino di utenti che usano i due browser è diviso equamente al 50%; nello stesso anno AOL compra Netscape per 4,2 miliardi di dollari. Nel 1999 Internet Explorer sale a quota 77%.
All'epoca le tariffe erano pay-per-use e la navigazione in 56k, oltre a sovraccaricare la linea telefonica, permetteva di scaricare massimo 3 MB al minuto (per avere un termine di paragone, la fibra ottica odierna ci fa viaggiare alla velocità di 2-300 MB al secondo).
Nasce l'ADSL, che offre due vantaggi:
- è più veloce;
- lascia la linea telefonica libera.
AT&T offre il primo abbonamento Flat a 20 $ al mese: è una rivoluzione.
L'utilizzo dei piani a consumo cala drasticamente:
- nel 1996: 75%
- nel 1997: 33%
- nel 1999: 15%
1996
Nasce DoubleClick, un servizio che fa da intermediario per la vendita delle pubblicità su più siti web contemporaneamente. È perfetto per le aziende, che così possono pianificare facilmente le proprie campagne di marketing.
Privnet crea Internet Fast Forward, il primo AD Blocker per Netscape.
1998
La storia del criceto più famoso al mondo
Una utente di Internet, Deidre LaCarte, sfida sua sorella e un'amica nel creare il sito web che, entro fine anno, conterà il maggior numero di visitatori. È l'epoca dei web hosting come GeoCities, che offre gratuitamente 2 MB di spazio web per costruire la propria pagina web.
LaCarte è completamente inesperta: ispirata dal suo criceto Hampton, costruisce il sito web, ovvero un'unica pagina (visibile ancora qui grazie al Web Archive) al cui interno posiziona 392 gif animate di criceti danzanti. Come musica di sottofondo, la celebre "Cantagallo" di Robin Hood in una sua rivisitazione velocizzata (dura circa 8 secondi e viene riprodotta in loop all'infinito.
A fine 1999 la pagina web spopola, grazie anche al passaparola: viene principalmente scambiata per email come scherzo tra colleghi di lavoro: diventa di fatto il primo MEME della storia di Internet e prenderà il nome di "The Hampster Dance".
- In quei giorni finisce anche come pagina del giorno di GeoCities, operazione che fa aumentare esponenzialmente il numero di visitatori: in poche settimane il totale supera il milione. La piattaforma di web hosting GeoCities sfrutta l'occasione per monetizzare gli utenti posizionando vari banner all'interno della pagina web. Cavalcheranno l'onda diversi cloni della pagina, alcuni realizzati con base Metal, ma spuntano soprattutto tributi dell'originale.
- Intuisce l'affare un'azienda che clona la pagina su un dominio più facilmente rintracciabile, hamsterdance.com, al quale collega poi un e-commerce per vendere giocattoli tematici: in poche settimane ne vengono venduti 12.000 pezzi.
- Contemporaneamente la band Cuban Boys ne sfrutta la popolarità registrando una cover. Fa il suo esordio il 7 aprile 1999 alla BBC RADIO 1 col titolo "Cognoscenti vs Intelligentsia". Diventerà anche un singolo. Su YouTube è possibile rivedere il video promo dell'epoca.
Nessuno dei tre paga i diritti alla creatrice, che in tutta risposta sposta una copia della pagina sul dominio hampsterdance2.com. Crea poi una società tramite cui ingaggia un'altra band per registrare una nuova versione del brano che a Giugno 2000 vincerà perfino il Disco D'Oro. Collabora poi con l'azienda Abatis International per vendere peluche a tema: insieme riusciranno poi a riprendersi il dominio originale portando il caso in tribunale.
L'era di Google
Nasce Google dall'idea dei Backlink (portare in cima alle ricerche i siti più citati da altri siti), e funziona alla grande.
Inizialmente l'azienda decide di restare dalla parte degli utenti lasciando che gli introiti pubblicitari non rappresentino più del 15% del suo fatturato complessivo perché "la pubblicità intesa come finanziamento favorisce intrinsecamente gli inserzionisti".
La promessa è tradita l'anno successivo, quando il 23 Ottobre 2000 lancia AdWords, servizio per suggerire le giuste pubblicità in base alle parole chiave digitate nel motore di ricerca.
4 Marzo 2003, Google crea AdSense, e la pubblicità fino a quel momento bloccata nel solo recinto del motore di ricerca può raggiungere anche tutti gli altri siti web.
2006
Google compra YouTube. Grazie alle sue piattaforme pubblicitarie, i ricavi schizzano alle stelle:
- nel 2000: 70 milioni di dollari
- nel 2023: 200 miliardi di dollari
Oggi il 60% dei ricavi di Google proviene dalle sue piattaforme pubblicitarie, rappresentando circa 1/3 del mercato pubblicitario mondiale online. Il processo però è deumanizzante: mentre sui giornali le pubblicità vengono posizionate manualmente, su Internet se ne occupano gli algoritmi.
Secondo uno studio condotto dal ricercatore Rishi Rawat, oggi ogni singolo utente guarda almeno 347 banner al giorno.
2013-2015
Scoppia il caso Cambridge Analytica, società inglese a cui Facebook trasferisce illegalmente i dati dei suoi iscritti: li userà per costruire il profilo psicologico di 87 milioni di utenti in modo da indirizzare in maniera precisa e mirata le strategie di propaganda politica.
Oggi
Il 95% di Internet viaggia attraverso cavi sottomarini: parliamo di oltre 530 cavi delle dimensioni di un tubo da giardinaggio, per un totale di 1,3 milioni di chilometri (circa 32 volte la circonferenza della Terra). Qui la mappa interattiva.
Questi cavi sono di proprietà delle Big Tech, che anno dopo anno investono sempre più soldi per ampliare la rete, specie nei paesi più poveri e non ancora completamente coperti da Internet approfittando del fatto che i governi locali non se lo possono permettere.
(un esempio è Cuba, dove Internet esiste soltanto attraverso il "Paquete", ovvero una raccolta settimanale - supervisionata dal governo, e quindi censurata laddove ce ne fosse il bisogno - che al costo di circa 1€ offre accesso offline agli articoli di giornale, ai video che girano sui social e alle ultime puntate delle serie TV distribuendoli attraverso una chiavetta/disco USB o un CD-ROM)
Di conseguenza i nostri comportamenti su Internet sono costantemente scrutati, analizzati, dirottati, misurati e controllati dalle medesime Big Tech, che hanno basato il proprio business sullo sfruttamento di tutto ciò che facciamo online.
Da aperto e accessibile, Internet è diventato marionetta del capitalismo tecnologico.
Con la scusa di rendere tutto più semplice (i social che farebbero sentire meno soli, le app di messaggistica che ci fanno comunicare con facilità, YouTube che ci offre intrattenimento ovunque, eccetera), il controllo è diventato più pervasivo.