Non prendete in giro Apple Vision Pro, prima che sia troppo tardi

Dire che "si stava meglio quando si stava peggio" potrebbe sembrar banale, ma rischia di diventare la verità

Sul visore, il pensiero comune sembra obnubilato intorno all'idea che questo dispositivo sia ancora troppo ingombrante, pesante e dall'estetica eccessivamente settoriale per poter esser preso seriamente in considerazione dal pubblico.

Tutto vero, per carità, ma è evidente che Apple sta semplicemente sondando il terreno e il prezzo con cui viene proposto ne è un chiaro indicatore: ci troviamo di fronte ad un dispositivo che, eccettuati i più viziati figli di papà e i clienti più sfegatati del marchio, acquisteranno principalmente gli sviluppatori e le aziende che vorranno lavorarci sopra.

Invece, servirà per abituare le persone (solita Finestra di Overton: da inconcepibile a estremo, poi accettabile, ragionevole, diffuso e infine legalizzato) all'idea che vivere con contenuti digitali che si sovrappongono al mondo reale dovrà essere normale. Di più: Apple vuole farci credere che non ne potremo più fare a meno.

E faranno come sempre: oggi ci dicono che con un dispositivo del genere ci puoi guardare il cinema in casa e lavorare in Smart Working con tastiera virtuale e decine di schermi tutti intorno.

Nel frattempo il visore odierno, che qualsiasi persona sana di mente si vergognerebbe ad indossare quantomeno in pubblico, sarà diventato più leggero, costerà intorno ai 1.000 € e assomiglierà ad un normale paio di occhiali.

E allora sì che tutti ne indosseranno un paio per sapere come si chiama quel palazzo o quella via che hanno di fronte, per leggere le stelle Tripadvisor della pizzeria all'angolo, per tenere d'occhio l'orario del volo che si sta per prendere, per farsi tradurre in tempo reale quel che gli sta dicendo il turista giapponese che hanno di fronte, per seguire un video che spiega come sostituire il pneumatico forato mentre l'intelligenza artificiale gli cerchia di rosso il bullone da svitare, o per farsi dire dall'assistente virtuale quando è arrivato il momento di versare la crema nell'impasto che si sta lavorando in cucina.

La piattaforma che hanno messo in piedi ha già tutte queste potenzialità, e se oggi quel visore copre gli occhi, scalda la faccia e svuota il portafogli, l'occhiale di domani si preoccuperà soltanto di svuotarci dagli affetti e dal contatto umano. Perché è questo il destino a cui stiamo andando incontro, ed è ormai evidente: gli smartphone ce ne hanno fornito un efficace assaggio, ma ci offre ancora la capacità di distogliere lo sguardo dallo schermo per tornare alla vita reale.

Come faremo invece quando lo schermo si fonderà costantemente con l'ambiente circostante? Avremo ancora la forza di togliere gli occhiali per poter vedere coi nostri occhi quel prato un po' avvizzito? Ma soprattutto, saremo capaci di apprezzarlo così com'è o preferiremo vederlo attraverso quelle lenti che lo renderanno apparentemente pulito, sano e verde brillante?