il NO della Rowling al totalitarismo arcobaleno
L’autrice di Harry Potter sfida la legge scozzese sui “crimini d’odio”, che include i trans tra le categorie protette minacciando la libertà (e la correttezza) di espressione. La polizia per ora non la persegue, ma la guerra tra realtà e ideologia continua.
La legge anti-discriminazione è entrata in vigore in Scozia lo scorso 1 aprile. Il testo della legge vieta e punisce gli atti che «fomentano l'odio contro un gruppo di persone» con determinate caratteristiche protette, tra cui l'età, la disabilità, la religione, l'orientamento sessuale, l'identità transgender. La pena massima è una pena detentiva di sette anni. Di fatto, con la nuova legge la polizia scozzese viene trasformata in un’agenzia di “cacciatori di taglie”, dove i ricercati sono tutti coloro che difendono la natura umana, la biologia e la ragione.
Il ministro scozzese per le vittime e la sicurezza della comunità ha ammesso in un'intervista che il misgendering – cioè il riferirsi a una persona transgender con un nome o un pronome che corrisponde al suo sesso biologico e non a quello desiderato/percepito dalla persona stessa – potrebbe portare a un'indagine della polizia.
Forti le critiche da parte della Rowling, dal 2019 impegnata a difendere pubblicamente la distinzione sessuale naturale e la natura femminile in particolare, soggetta agli abusi del transgenderismo maschile (cioè di maschi che si dichiarano femmine) e in generale dell’ideologia gender.
Una prima vittoria viene annunciata dalla BBC, che scrive: «i commenti sui social media fatti da J.K. Rowling che sfidano la nuova legge scozzese sui crimini d'odio non vengono trattati come criminali» dalla polizia. La decisione della polizia preannuncia almeno una certa misura di libertà nei tweet sotto il nuovo regime, ma non esclude la criminalizzazione in altri casi (come omelie in luoghi di culto, dibattiti scolastici, semplici affermazioni in birreria, eccetera).
Commenta la Rowling: «Spero che ogni donna in Scozia che desideri parlare della realtà e dell'importanza del sesso biologico sarà rassicurata da questo annuncio, e confido che tutte le donne, indipendentemente dal profilo o dai mezzi finanziari, saranno trattate allo stesso modo davanti alla legge».
E aggiunge: qualora polizia e magistratura scozzesi dovessero perseguire «una donna per aver semplicemente chiamato uomo un uomo, ripeterò le medesime parole per poter essere accusata contemporaneamente».